sabato, giugno 24, 2006

Martedi 24/11/1998:
Ci alziamo di buon ora, con il taxi inizia la ricerca del consolato italiano, non è facile trovarlo, così ci fanno credere... Entriamo e ci dobbiamo subire quasi 2 ore di fila. Parlo con un pò di italiani, molti sono li per lo stesso nostro motivo, loro però sono alla fase finale. Abbiamo finalmente il nostro documento. Di corsa al Centro Adozioni, ci accoglie la Direttrice, una enorme signora dall'aspetto gioviale, che ci osserva e parla con il nostro interprete, il corvo. Cerchiamo di essere sorridenti e gentili, vogliamo piacerle, crediamo sia lei che ci farà scegliere la località dove andare a visitare l'orfanotrofio. Entra un'impiegata e ci fa dire che un documento non è a posto, che non possiamo pretendere una femmina, da noi richiesta in anticipo alla organizzazione americana alla quale ci eravamo rivolti, e così via. Questo modo di fare diventerà quasi la regola: “demotiva per chiedere soldi”. Usciamo di corsa ed andiamo a fare una specie di dichiarazione giurata, di questi posti ne troveremo a decine ovunque – segno evidente della regola di richiedere a chiunque documenti aggiuntivi e/o dichiarazioni giurate. Questa notaio donna dopo qualche difficoltà nel spiegare al nostro interprete che non potrebbe farci giurare ciò che non comprendiamo, si scopre parlare inglese e dopo aver parlato direttamente con mia moglie decide di farcelo. Pago la dattilografa che stila l'atto e poi pago la notaia. Torniamo al Centro Adozioni, dopo essere passati in albergo e telefonato a Larissa, la titolare dell'ente americano al quale ci siamo rivolti per l'adozione, per dirle delle difficoltà incontrate, e lei ci dice che avrebbe contattato subito lo stesso Centro. Per fortuna ci hanno aspettati, dovrebbero chiudere alle 17:00, ci fanno vedere due foto di bambine in bianco e nero, nel frattempo avevano fatto la ricerca secondo le nostre richieste (femmina, nata prima del 19/10/96). Mia moglie si accorge che la data di nascita di una delle due è il 24/11/96, non va bene per il nostro tribunale dei minori! Fanno delle facce strane, ci fanno capire che non c'è altra possibilità di scelta, rimane solo l'altra, si chiama Viktoria e si trova nell'orfanotrofio ANTOSKA di Kramatorsk. A mia moglie piace, io non faccio commenti, mi fido del suo istinto e soprattutto della sua capacità di analisi obiettiva. Torniamo in albergo e decidiamo di cenare nel ristorante interno, non vogliono farci mangiare, ci dicono che è tutto riservato, ma dopo le insistenze del corvo ci fanno sedere. Dopo di noi non verranno più ospiti, il ristorante resterà quasi vuoto e sarà anche costoso. Rientramo in stanza dove ogni volta che arriviamo nel corridoio si affaccia una cameriera dai modi arroganti che ci investe sempre di parole incomprensibili ad alta voce, non capiamo ed il corvo ci dice di non preoccuparci. Più tardi verrà un uomo della sicurezza che ci invita a scendere e saldare il conto, pagheremo oltre il 60% del costo della stanza per averla tenuta occupata fino a sera (il corvo ci aveva detto meno del 50% ) ed inoltre avremmo dovuto lasciare un acconto, forse era questo che la cameriera ci diceva.
Andiamo alla stazione ferroviaria, dovremmo affrontare oltre 17 ore di treno per la nuova destinazione, il corvo ci garantisce un confortevole vagone letto con bagno in 1.a classe, ci ritroviamo invece una cuccetta in 2.a classe senza bagno e senza riscaldamento, mi sembrava che il freddo ed il viaggio non finissero mai.





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